Enorme eppure così fragile con quel
suo corpaccione possente riverso in terra, il calco del cavallo
pompeiano ritrovato qualche mese fa a pochi passi del parco
archeologico è il primo biglietto da visita della grande mostra
che fino al 6 gennaio 2020 racconta alle Scuderie del Quirinale
le tante tragiche somiglianze tra due civiltà, la nostra Pompei
e la greca Akrotiri, cancellate e nello stesso tempo consegnate
all'eternità dalla furia di fuoco e cenere di un vulcano.
Dramma e meraviglia, fascino e terrore, storie di uomini e
insieme di pensieri, che nei secoli non hanno mai smesso di
intrigare, spaventare, spingere alla riflessione. E anche
ispirare l'arte, dalle atmosfere tenebrose dei paesaggi di
William Turner al Vesuvio pop di Andy Warhol, dal Leopardi della
Ginestra alla Recherche di Proust, dalle sculture di Alviero
Martini all'esplosione dei colori di Guttuso o al nero senza
appello di Damien Hirst.
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