La rottura rispetto al
passato è soprattutto politica: con l'accordo raggiunto a La
Valletta fra Italia, Francia, Germania e Malta - tre Paesi
fondatori dell'Ue e uno degli stati membri che subisce
maggiormente la pressione migratoria assieme a Roma, Atene e
Madrid - mettono le basi per quella che il ministro dell'Interno
Luciana Lamorgese, alla sua prima uscita ufficiale, definisce
"una vera azione di politica comune europea". Nato dalla
necessità di arginare politicamente il 'sovranismo', si fonda
sul superamento del trattato di Dublino e la redistribuzione dei
richiedenti asilo, su un sistema d'asilo europeo, sui rimpatri a
carico dei Paesi d'accoglienza e non di approdo. Il ministro
tedesco Horst Seehofer: "Il meccanismo di emergenza aprirà la
strada alla revisione della politica comune europea d'asilo" e
alla "revisione di Dublino". Altri punti riguardano la
distribuzione obbligatoria, tempi rapidi per il ricollocamento
(4 settimane), la rotazione "volontaria" dei porti di sbarco.
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