"Amo la teatralità e non ci
rinuncio nemmeno negli stadi": così dice Cesare Cremonini, oggi
ospite della rassegna 'Milano per Gaber', sul palco del Teatro
Strehler, dove è stato chiamato a raccontare il suo legame con
la musica e la canzone di Giorgio Gaber. "Quella di Gaber e la
mia sono carriere musicali molto diverse - racconta Cremonini -
perché lui ha scelto di parlare più agli individui mentre io ho
scelto le masse. Ho iniziato ad approfondire la musica di Gaber
verso i 23 anni dopo la sbornia del successo avuto con i
Lunapop. Ero un imbecille, perché il successo ti stordisce. Solo
quando ho rimesso i piedi per terra mi sono sentito impreparato
al ruolo di cantautore. Avevo bisogno di trovare dei punti di
riferimento e Gaber è stato uno di questi. Non ce l'avrei mai
fatta se non avessi trovato le mie figure di riferimento
sorveglianti, una sorta di angeli custodi. A San Siro (al
concerto della scorsa estate) avevo Gaber sulla spalla sinistra
e Freddie Mercury su quella destra che mi assistevano".
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