Il caso di Desiree Piovanelli, la
ragazzina di 14 anni uccisa nel 2002 a Leno nel Bresciano da tre
coetanei e un adulto, potrebbe riaprirsi grazie ad una traccia
biologica. Gli avvocati del padre della vittima, che è convinto
che dietro il delitto della figlia ci sia un mandante legato al
mondo della pedofilia, hanno chiesto infatti alla Procura di
Brescia di analizzare una traccia biologica trovata sul giubbino
di Desiree e mai presa in considerazione. Una traccia, sul
gomito e sul costato, che per i Ris di Parma "è riconducibile ad
un soggetto di sesso maschile diverso dagli indagati", come
scritto in una relazione di 17 anni fa. Un nuovo Ignoto 1,
quindi, come all'inizio della vicenda del delitto di Yara
Gambirasio che ha portato alla condanna all'ergastolo di Massimo
Bossetti.
Per l'omicidio di Desiree erano stati condannati tre
minorenni di Leno, che hanno scontato la pena, e un adulto,
Giovanni Erra, che dal carcere sta lavorando alla revisione del
processo.
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