Il cardinale australiano George Pell,
giudicato colpevole di pedofilia e in attesa della sentenza, ha
presentato ricorso per presunte "gravi irregolarità"
processuali. Un tribunale dello stato di Victoria ha infatti
dichiarato l'ex tesoriere vaticano, nonché ex consigliere di
Papa Francesco, colpevole di aver abusato sessualmente di due
chierichetti tredicenni nel 1996 e 1997, quando era arcivescovo
di Melbourne. Secondo i legali del cardinale Pell, che hanno
annunciato di aver depositato il ricorso lo scorso 21 febbraio,
una prima irregolarità procedurale non gli avrebbe consentito di
dichiararsi non colpevole di fronte alla giuria e quindi di
dimostrare la sua innocenza. Inoltre, argomenta il team di
avvocati che difende l'alto prelato, il verdetto unanime di
colpevolezza della giuria si basava, in modo "irragionevole", su
una singola testimonianza. Cioè su quella dell'unica delle due
presunte vittime dei suoi abusi sessuali, in quanto l'altra è
morta di overdose di stupefacenti nel 2014.
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