"Ballerina" di Fortunato Depero del
1919 e "Nerve" di Peter Halley del 2016: cento anni separano
queste due tele. A legarle è l' assonanza di colori e linee, la
scelta astratta con forme e toni che a distanza di un secolo
corrono in parallelo. Quadri e disegni di uno dei giganti del
Futurismo e dell' esponente americano del nuovo concettualismo
geometrico anni Ottanta si confrontano a Roma nella mostra
"Replay", fino al 24 aprile alla Galleria Futurism and Co. A
dare lo spunto è stato lo stesso Halley, 66 anni, dopo aver
rivisto nel 2014 a New York le opere di Depero nella grande
esposizione al Guggenheim sul Futurismo. "Mi sento vicino a lui
nell' uso del colore", disse. Tanto è bastato ai curatori
Giancarlo Carpi e Graziano Melolascina per portare pochi mesi
dopo i lavori dei due artisti a Torino e ora nella capitale. In
mostra trenta opere provenienti da collezioni private.
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