"Confido nel dialogo e in una
soluzione democratica. L'alternativa a un accordo frutto del
dialogo é il caos, nel quale tutti perderemo, Spagna e
Catalogna". Parla dal carcere dopo un anno e tre mesi di
detenzione preventiva Jordi Sanchez, presidente di Assemblea
nazionale catalana (Anc), una delle anime sociali e movimentiste
dell'indipendentismo catalano. E' uno dei due 'Jordi', assieme a
Jordi Cuixart (Omnium Cultural, rete civica) divenuti celebri
nei giorni del referendum dell'ottobre 2017, dichiarato illegale
dalle autorità e dalla magistratura spagnole. Sanchez è accusato
di ribellione e rischia 30 anni. "Mi si accusa di aver guidato
una manifestazione di 40 mila persone, ma l'unica violenza é
stata della polizia il giorno del referendum - scrive Sanchez -.
Oltre il 70% dei catalani vuole un referendum concordato. In
Catalogna sono in gioco le libertà e i diritti politici, un
problema che riguarda l'Europa".
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