Dato che "l'inizio dell'induzione
coincide con la prima esposizione" all'amianto e che "la latenza
minima ha una durata stimabile, nel massimo, in 15 anni e che le
esposizioni successive" non hanno "alcuna rilevanza" nemmeno
nell'accelerare "il processo genetico del tumore", "a nessuno
degli imputati può essere ascritto di aver cagionato o
contribuito a cagionare il formarsi della neoplasia". Lo scrive
il giudice Annamaria Gatto nei motivi della sentenza con cui,
nel dicembre 2016, ha assolto 9 ex manager Pirelli imputati nel
processo 'Pirelli bis' per 28 casi di operai morti o ammalatisi
di mesotelioma e che hanno lavorato negli stabilimenti milanesi
dell'azienda negli anni '70-'80.
Lo scorso dicembre le associazioni Comitato per la Difesa
della Salute e nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Medicina
Democratica e Associazione Italiana Esposti Amianto, avevano
protestato per il ritardo di circa 2 anni nel deposito delle
motivazioni. Le associazioni, in una nota, annunciano il ricorso
in appello.
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