"Federico è morto perché hanno
continuato a pestarlo, schiacciarlo e a dargli calci nella testa
quando era già stato immobilizzato e stava chiedendo aiuto. Mi
dispiace che si possa giustificare uno strumento pericolosissimo
come il taser con questo paragone che non ha senso". Così
all'ANSA Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi,
amareggiata per le parole dell'ex questore di Ferrara Antonio
Sbordone che ha detto che se ci fosse stato il taser il ragazzo
sarebbe ancora vivo.
La donna contesta anche l'affermazione secondo cui i
poliziotti, quella sera del 2005, dovettero usare i manganelli
"per fermare un giovane agitatissimo di un metro e 90".
"Federico era alto un metro e 75 e pesava 60 chili - ricorda -,
evidentemente l'ex questore di Ferrara non si è informato bene,
poteva almeno leggere le carte". Su Facebook il padre di
Federico, Lino Aldrovandi, posta una sua intervista a
Repubblica: "Il taser non sarebbe stato da usare su Federico, ma
su chi lo stava uccidendo 'senza una ragione'".
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