La Corte penale internazionale (Cpi)
dell'Aja ha dichiarato la sua competenza ad esercitare la
giurisdizione sulle accuse di deportazione di appartenenti alla
comunità Rohingya dalla Birmania al Bangladesh. Lo si apprende
dal sito della Cpi.
La decisione - si precisa - è stata presa a maggioranza
durante una udienza preliminare del Tribunale Internazionale
composto dai giudici Péter Kovács, Marc Perrin de Brichambaut e
Reine Adélaïde Sophie Alapini-Gansou, a seguito di una richiesta
avanzata dalla Procura in base all'articolo 19 dello Statuto.
Nel documento si afferma che, nonostante gli atti coercitivi
alla base delle accuse abbiano avuto luogo nel territorio della
Birmania (che non aderisce allo Statuto), la Corte più comunque
esercitare la propria giurisdizione in quanto un elemento del
reato (l'attraversamento della frontiera) è avvenuto in
Bangladesh, che è invece Paese aderente.
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