"Ognuno ha fatto la propria scelta.
Noi abbiamo trovato accoglienza e siamo rimasti". Così Philimon
e Jhon, i due eritrei della Diciotti accolti nelle scorse ore
dalla Diocesi di Torino, sulla decisione degli altri migranti
della nave, una cinquantina, di rendersi irreperibili.
"Non abbiamo parenti in Europa - raccontano - e, con la
volontà di Dio, vogliamo rimanere in Italia". Entrambi 21enni, i
due eritrei sono arrivati ieri sera a Torino. Ospiti del Sermig,
l'Arsenale della Pace di Ernesto Olivero, da domani verranno
accolti al Cottolengo.
"Partiti dall'Eritrea tre anni fa, hanno trascorso più di un
anno in Libia. Non parlano italiano, non hanno il cellulare e
indossano abiti donati loro dalla Diocesi. "Il nostro sogno?".
Silenzio. Ancora non lo sanno. "C'è una base popolare disposta
ad accogliere, una maggioranza silenziosa che presta attenzione
alle persone, che le rispetta, indipendentemente da dove è
diretta la politica", commenta l'arcivescovo di Torino,
monsignor Cesare Nosiglia.
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