Si immerge nelle cose e scompare,
cambia colore e si mimetizza come un camaleonte, entra a far
parte dell'ambiente circostante usando il corpo come strumento
di conoscenza: arriva a Roma "The invisible man" Liu Bolin,
protagonista della prima grande antologica in Italia allestita
al Complesso del Vittoriano dal 2/3 al 1/7. Curata da Raffaele
Gavarro, la mostra presenta l'intera storia dell'artista cinese,
celebre per la capacità di restare immobile come una statua e
mimetizzarsi in ciò che ha intorno grazie a un accuratissimo
body painting. Il percorso di snoda lungo 72 opere che
documentano la nascita e lo sviluppo di quel linguaggio
personalissimo, frutto di un mix di pittura e fotografia ma
anche di performance e installazioni, che rende Bolin del tutto
originale. Tra le immagini, quelle realizzate in Cina, da Piazza
Tienanmen alla Grande Muraglia, e quelle dedicate all'Italia,
dove l'artista si è misurato con il nostro patrimonio, dal
Colosseo al Canal Grande di Venezia alla Scala di Milano.
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