Il reato di stalking contestato al
51enne Maurizio Zecca, accusato di aver perseguitato e
violentato una dottoressa in servizio come guardia medica,
"risulta evidentemente costituito da una serie numerosa di
condotte integranti, singolarmente, reati perseguibili di
ufficio". Per questo, come già anticipato ieri, la Procura di
Bari ritiene 'doveroso' impugnare il provvedimento del Tribunale
per il Riesame che ha disposto la scarcerazione con gli arresti
domiciliari con braccialetto elettronico per l'indagato
ritenendo che il reato di violenza sessuale, procedibile a
querela di parte, sia stato denunciato dalla vittima oltre il
termine di sei mesi previsto per legge.
La Procura, ricostruendo in una nota la vicenda e spiegando
le singole condotte persecutorie, insiste nel ritenere che la
contestazione di stalking comprenda altri reati procedibili
d'ufficio, "quali il delitto di minacce gravi, di violenza
privata, violazione di domicilio aggravata, molestie alle
persone, procurato allarme".
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