"Amatrice rinascerà" ma "è bene che
conservi perfino le ferite, perché da quelle le future
generazioni apprenderanno che la città, più che dalle sue mura e
dalle sue vie, è fatta dall'ingegno e dalla passione di chi la
edifica". Lo ha sottolineato il vescovo di Rieti, mons. Domenico
Pompili nell'omelia della messa a un anno dalla prima scossa di
terremoto che ha colpito l'Italia centrale. "Lasciamoci ispirare
dal cielo che ci circonda - ha proseguito mons. Pompili - e
invita ad allargare l'orizzonte, ad alzare lo sguardo rispetto
alle nostre preoccupazioni immediate e ai nostri pregiudizi
istintivi. Allora ci sorprenderemo a vivere, tra qualche anno,
in un contesto che credevamo di conoscere, ma non aveva ancora
svelato tutta la sua bellezza. Non basta nascere, bisogna
imparare a rinascere. Questa è la fede. Ma anche la
ricostruzione che verrà, se verrà".
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