La prima sezione Civile del Tribunale
di Bari, giudice Concetta Potito, ha condannato la presidenza
del Consiglio dei ministri e il ministero dell'Interno a pagare
un risarcimento di 30mila euro per danno all'immagine in favore
del Comune di Bari per le condizioni "non dignitose" con cui
fino al 2016 (anno di chiusura del Centro) sono stati trattati i
migranti ospiti del Cie.
Il Tribunale ha accolto il ricorso degli avvocati Luigi
Paccione e Alessio Carlucci che hanno agito in sostituzione
dell'amministrazione comunale. Nella sentenza (42 pagine), il
giudice ripercorre la storia della città di Bari di cui "lo
straniero è parte integrante", il rischio che la si identifichi
e ricordi per la "inumanità" del Cie e fa esempi di luoghi
"rimasti saldamente legati in senso negativo alle strutture di
costrizione e di sofferenza di esseri umani che vi erano
collocati", come Auschwitz, Guantanamo e Alcatraz. "Il
risarcimento sia impiegato per scolarizzare i minori del Cara"
chiede l'avv. Paccione al Comune.
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