Interventi di legge "diretti non tanto
a sopprimere esplicitamente gli adeguamenti automatici" sulle
pensioni, inclusi gli scatti di età, "ma a limitarli, differirli
o dilazionarli, determinerebbero comunque un sostanziale
indebolimento della complessiva strumentazione del sistema
pensionistico italiano". Così la Ragioneria generale dello
Stato, nel rapporto sulle pensioni. "Ritornare nella sfera della
discrezionalità politica" determinerebbe un "peggioramento della
valutazione del rischio paese".
L'aumento dei requisiti minimi, ricorda la Rgs, sono
parametri "fondamentali" di valutazione dei sistemi
pensionistici "specie per i paesi con alto debito pubblico come
l'Italia". Si tratta di un fattore "irrinunciabile" non solo sul
fronte della sostenibilità ma anche perché "costituisce la
misura più efficace per sostenere il livello delle prestazioni".
Nel documento si ricorda peraltro che esiste una clausola di
salvaguardia che farà comunque scattare l'aumento dell'età
minima a 67 anni dal 2021.
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