La stagione buia del terrorismo e
quel che resta dopo: a raccontarla da una prospettiva
inesplorata è una talentuosa regista che all'epoca dei fatti
aveva 6 anni, "i miei genitori mi dicevano di fare attenzione in
generale, ma niente di più, con quel clima dovevi convivere",
dice Annarita Zambrano che con il suo film d'esordio Dopo la
guerra è in concorso a Cannes, a Un Certain Regard.
Il film affronta un caso inventato ma potenzialmente simile a
tante storie note, a quella di Cesare Battisti ad esempio, o
alle decine di fiancheggiatori o terroristi rifugiati in quegli
anni nell'accogliente Francia di Mitterrand. Giuseppe Battiston
è Marco, ex militante condannato per omicidio e rifugiato in
Francia dove ha trovato asilo. Mentre a Bologna nel 2002 la
protesta contro la riforma del lavoro, la legislazione
dell'art.18 esplode all'Università e viene ucciso un
giusvalorista (riferimento a Marco Biagi), vecchie ferite
politiche tra Italia e Francia si riaprono. Il film uscirà nelle
sale italiane in autunno.
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