Spesso bacchettata da Bruxelles la
scuola italiana si prende la rivincita, almeno su un fronte:
riesce meglio delle altre in Europa a ridurre il gap tra
studenti abbienti e meno abbienti per quanto riguarda le
competenze linguistiche e matematiche. Peccato che finita la
scuola dell'obbligo le disuguaglianze riemergano. Lo rivela uno
studio elaborato dalla Organizzazione per la cooperazione e lo
sviluppo economico basato sul confronto tra i dati delle
indagini Ocse-Pisa sulle competenze scolastiche e sulle
competenze degli adulti (26/28 anni).
"I dati ci dicono che la scuola italiana è una scuola
inclusiva", "fra le nostre e i nostri quindicenni le differenze
socio-economiche di partenza pesano meno che in altri Paesi"
commenta la ministra Fedeli, consapevole tuttavia che non si può
certo dormire sugli allori visto che il divario torna a farsi
sentire dopo l'uscita dal sistema scolastico. E dunque "è molto
importante investire anche sull'acquisizione di competenze lungo
tutto l'arco della vita".
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