Segni di torture, tagli provocati da armi
affilate, forse machete, mutilazioni, tracce di proiettili e di
esplosivo. E' stata una morte lenta e atroce quella dei nove
italiani uccisi in Bangladesh, anche perché non sono stati
raggiunti dal colpo di grazia. E' quanto stabilito dalle
autopsie eseguite oggi nel policlinico Gemelli di Roma. Gli
accertamenti autoptici sono stati eseguiti dall'equipe di medici
legali guidati da Vincenzo Pascali e Antonio Oliva. I
terroristi, secondo quanto si è appreso, hanno infierito sulle
loro vittime in modo tale da non farle morire subito. Il pm
Francesco Scavo, titolare degli accertamenti, ha firmato il
nulla osta per la restituzione delle salme alle famiglie. Nei
corpi di alcune salme sono stati trovati dei proiettili che ora
saranno esaminati per risalire al tipo di arma usata.
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