Stefano Binda, arrestato in gennaio
con l'accusa di aver ucciso 29 anni fa Lidia Macchi, deve
restare in carcere. Lo ha stabilito la prima sezione penale
della Cassazione, rigettando il ricorso della difesa contro
l'ordinanza firmata dal gip di Varese.
L'avvocato di Binda, Sergio Martelli aveva presentato la
richiesta di scarcerazione direttamente alla Suprema Corte,
evitando il vaglio del riesame e puntava all'insussistenza delle
esigenze cautelari.
La svolta nel 'cold case' è arrivata in gennaio quando Binda
è stato arrestato. Ora è recluso nel carcere di San Vittore. Il
corpo di Lidia è stata riesumato lo scorso mese. La ragazza
scomparve il 5 gennaio 1987 dopo che era stata a fare visita a
un'amica a Cittiglio (Varese) ed era stata ritrovata morta,
colpita con numerose coltellate, due giorni dopo in un bosco
poco distante.
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