A Jean Dubuffet (1901-1985) la
Fondazione Beyeler di Basilea dedica una grande retrospettiva,
la prima allestita in Svizzera, con oltre 100 lavori che
raccontano il percorso artistico del padre dell'Art Brut. In
programma fino all'8/5, la rassegna, intitolata Jean Dubuffet-
Metamorfosi del Paesaggio, illustra l'indubbia capacità del
pittore e scultore francese di sovvertire gli schemi e di
anticipare le suggestioni della contemporaneità, ispiratore di
tanti autori della Street Art da Basquiat a Keith Haring. In
mostra anche il ciclo più onnicomprensivo, che l'artista
battezza con un neologismo polisemico di sua invenzione,
L'Hourloupe, realizzato tra il 1962 e il 1974. Queste opere,
nate da scarabocchi tracciati con la penna a sfera durante le
telefonate, comprendono tele ma anche lavori grafici, sculture e
installazioni scultoree, architettoniche e teatrali. Il clou in
Coucou Bazar, opera d'arte totale che fonde pittura, scultura,
teatro, danza e musica insieme ad affascinanti costumi animati.
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