Il 26 luglio il Papa ha inviato una
lettera alla prima squadra di rifugiati alle Olimpiadi. "Cari
fratelli - scrive Bergoglio secondo Radio Vaticana - voglio
farvi pervenire il mio saluto e il mio desiderio di successo in
queste Olimpiadi. Che il coraggio e la forza che portate dentro
possano esprimere attraverso i Giochi un grido di fratellanza e
di pace. Che, tramite voi, l'umanità comprenda che la pace è
possibile, che con la pace tutto si può guadagnare; invece con
la guerra tutto si può perdere. Desidero che la vostra
testimonianza faccia bene a noi tutti. Prego per voi e vi chiedo
di pregare per me".
Della squadra di rifugiati fanno parte 10 atleti, 6 uomini e
4 donne, che hanno sfilato al Maracanà con la bandiera con i
cerchi olimpici: ci sono due nuotatori siriani, due judoka della
Repubblica democratica del Congo e sei corridori da Etiopia e
Sud Sudan. Tra loro, la siriana 18enne Yusra Mardini, profuga a
Lesbo, che ha salvato decine di persone spingendo a nuoto con la
sorella il gommone fino a riva.
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