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Tour de France, Nibali e gli italiani protagonisti. Quando vinse Pantani

Tour de France, Nibali e gli italiani protagonisti. Quando vinse Pantani

All'australiano Rogers la 16ma tappa ma il siciliano controlla gli avversari e tiene immutato vantaggio

23 luglio 2014, 13:08

Redazione ANSA

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Vincenzo Nibali (d) parla con Joaquim Rodriguez (s) prima della partenza della 16/a tappa il 22 luglio © ANSA/EPA

Vincenzo Nibali (d) parla con Joaquim Rodriguez (s) prima della partenza della 16/a tappa il 22 luglio © ANSA/EPA
Vincenzo Nibali (d) parla con Joaquim Rodriguez (s) prima della partenza della 16/a tappa il 22 luglio © ANSA/EPA

Meno una. Vincenzo Nibali supera senza grossi affanni la prima delle tre prove pirenaiche che decideranno il Tour de France e uno degli ultimi ostacoli per arrivare in maglia gialla agli Champs-Élysées. Cinque le scalate lungo i 237,5 km che da Carcassonne hanno condotto la carovana a Bagnères de Luchon nella tappa piu' lunga del Tour, in cui la maglia gialla ha controllato gli avversari senza mai dare l'impressione di essere in difficolta'.

Alla fine a cedere il passo, tra gli uomini di classifica, sono stati il francese Bardet e lo statunitense Van Garderen arrivati staccati. Mentre Valverde, Pinot e Peraud sono rimasti incollati al siciliano ma senza rosicchiare secondi.

La tappa, con ventuno uomini in fuga sin dalle prime battute, e il gruppo della maglia gialla con tutti i migliori staccato a fare corsa a se', se l'e' aggiudicata l'australiano Michael Rogers, gia' protagonista al Giro d'Italia dove ha portato a casa due tappe, la Collecchio-Savona, centrando la fuga giusta a 20 km dal traguardo, e quella con arrivo sul 'Mostro' Zoncolan. Rogers e gli altri (il polacco Kwiatkowski 16/o con uno svantaggio di 19'24'' il migliore in classifica), sono stati capaci di accumulare fino a oltre 12' di vantaggio sulla maglia gialla. L'allungo decisivo dell'australiano dopo aver scollinato il Port de Bales.

E' un anno d'oro per Rogers: il tre volte campione del mondo a cronometro sul finire dello scorso anno era stato squalificato dopo essere risultato positivo al clenbuterolo. Un verdetto contro il quale Rogers ha fatto ricorso vedendo la squalifica annullata alla vigilia del Giro, e dopo aver dimostrato che la sostanza proibita era presente nel cibo mangiato in Cina dove e' comunemente utilizzata negli allevamenti di bestiame.

Lo squalo non cede
Stanco ma soddisfatto, Vincenzo Nibali ricorre all'ironia: ''Una bella giornatina - dice all'arrivo - con una tappa lunga, difficile da controllare, con tanti tentativi di fuga nella prima parte: non e' stato facile per la squadra controllarla''. ''Nel finale - sottolinea - la Movistar ha fatto l'andatura forte. Credo che l'intenzione di Valverde fosse quella di guadagnare secondi e c'era anche anche Pinot in grande condizione''. Qualcuno gli fa notare di essere rimasto senza squadra negli ultimi 25 chilometri, ma Nibali non e' d'accordo: ''La squadra sta lavorando tanto. Oggi non era facile, nel finale il ritmo era molto alto. Fugslang non sta bene, e' spelacchiato per quante escoriazioni ha sul corpo''. Domani lo attende un'altra tappa difficile, probabilmente decisiva assieme a quella di giovedi': ''E' molto importante - osserva - con salite impegnative. Penso che sara' una corsa intensa''.

L'ordine d'arrivo della 16/a tappa del Tour de France, da Carcassonne a Bagnères de Luchon.

1. Michael Rogers (Aus)) in 6h 07' 10'' alla media di 38,8 km/h
2. Thomas Voeckler (Fra) a 0' 09''
3. Vasili Kiryienka (Blr) s.t.
4. José Serpa Perez (Col) s.t.
5. Cyril Gautier (Fra) s.t.
6. Greg Van Avermaet (Bel) a 0'13''
7. Michal Kwiatkowski (Pol) a 0'36''
8. Matteo Montaguti (Ita) a 0'50''
9. Tom Slagter (Ola) a 2'11''
10. Tony Gallopin (Fra) s.t.
17. Pinot Thibaut a 08'32''
18. Valverde Alejandro s.t.
19. Péraud Jean-Christophe s.t.
20. Nibali Vincenzo s.t.

E la nuova classifica generale:

1. Vincenzo Nibali (Ita) in 73 h 05'19''
2. Alejandro Valverde (Spa) a 4'37''
3. Thibaut Pinot (Fra) a 5'06''
4. Jean-Christophe Péraud (Fra) a 6'08''
5. Romain Bardet (Fra) a 6'40''
6. Tejay Van Garderen (Usa) a 9'25''
7. Leopold König (R.Ceca) a 9'32''
8. Laurens ten Dam (Ola) a 11'12''
9. Michal Kwiatkowski (Pol) a 11'28''
10. Bauke Mollema (Ola) a 11'33''
12. Pierre Rolland (Fra) a 13'09''

 

Il trionfo di Pantani il 2 agosto 1998 

PARIGI, 2 AGO - Ecco il Marco del Trionfo. C'e' stato quello della sofferenza. Oggi Pantani e' l'eroe. Ha vinto e salvato il Tour de France. Jean Marie Leblanc ha detto: ''Mi sento come il capitano di una nave che e' riuscito a doppiare un capo nella tempesta. Ho la soddisfazione di aver portato la barca a Parigi nonostante gli scogli, i due scioperi dei corridori e le pressioni mediatico-giudiziarie''. C'e' riuscito anche perche' c'e' stato Pantani. Ed il Tour non sara' piu' lo stesso. Sempre il direttore della Grande Boucle: ''Per il prossimo, controlleremo piu' attentamente la moralita' delle squadre. Ad esempio, non accetteremo una squadra che ha avuto un corridore dopato a maggio. Mai piu' una formazione che, come la Mg-Technogym nel 1997, abbia subito una perquisizione della polizia. Piu' che per le prestazioni, saremo molto esigenti dal punto di vista della moralita'. Se poi ci saranno meno squadre iscritte, non sara' cosi' importante''. E' la svolta. E la vittoria piu' grande di Marco Pantani. Lui non ha fatto nulla, se nulla e' andare forte in montagna. E sarebbe anche fuori luogo santificarlo, che' santo il Pirata non e'. Ma e' uno che ha reinventato il ciclismo. E gia' questo basta in un mondo che solo di fronte alla polizia ha cominciato ad affrontare il problema dell' Epo. Tanto 'seriamente' che i due scioperi sono stati inscenati per protesta: uno contro i media l' altro contro i metodi della polizia. Entrambi pero' avevano il valore aggiunto: il primo era il no ai nuovi controlli estesi di sangue e urine, il secondo il no alle nuove perquisizioni di polizia. Per quello di Tarascon c'e' stato l' intervento di Baal che ha cancellato la promessa di Verbruggen, per il secondo quello di Jean Marie Leblanc che ha mediato con il Ministero dell' Interno prima di riuscire a salvare il Tour fra Albertville e Aix-les-Bains. Risultato finale: una squadra cacciata (la Festina), cinque ritirate (le spagnole Once, Banesto, Kelme e Vitalicio, nonche' l'italiana Riso Scotti), una - la Tvm - sparita nella notte svizzera. Ed un solo corridore espulso dalla polizia: Rodolfo Massi, messo in guardina per la denuncia di un 'collega', ma non un solo straccio di prova. In questo quadro, gia' nella notte di Brive-la-Gaillarde, quando fu cacciata la Festina - e sembrava che stesse crollando il mondo, ma non era che l'inizio -, si comincio' a capire che solo le imprese del Pirata avrebbero potuto dare un senso a quel che restava del Tour. Ed infatti ci sono stati prima i due attacchi sui Pirenei, poi la giornata del Galibier. Pantani ha detto che quel giorno sulle Alpi non pensava di riuscire a togliere piu' di 3' a Ullrich, ha dichiarato che avrebbe considerato un' impresa gia' strappargli la maglia. Invece lo ha distrutto, nel freddo, nella pioggia e nella nebbia. Lui, nato a Cesenatico. Ci sono stati gli errori di Ullrich (non mangiare, non coprirsi), ma c'e' stata soprattutto la forza ed il coraggio di Marco. Sono stati i soli momenti in cui si e' parlato di ciclismo in tre settimane da cronaca nera e politica interna. Continuando a citare Jean Marie Leblanc: ''Diciamo che ora conosco meglio quali sono i nemici del Tour e quali gli amici. Questo Tour servira' a ripulire il ciclismo''. La guerra del doping e' stata anche una battaglia interna. Lo ha fatto capire l' accanimento con cui le perquisizioni, gli interrogatori e le inchieste si sono abbattuti giorno dopo giorno. Ma puntualmente, ogni volta, e' stato Pantani a tenere tutto insieme. E non solo per le sue fughe e le sue scalate. ''Hanno perquisito tutti - ha fatto notare un giorno Martinelli - ma non sono andati a caso. E da noi non sono mai venuti''. Adesso che il Tour e' finito, Pantani appendera' la bicicletta al chiosco. Il prossimo anno avra' probabilmente una nuova maglia. E' diventato un personaggio troppo grande per la Mercatone Uno. Ci fosse ancora Luciano Pezzi, Marco avrebbe rispettato l' ultimo anno di contratto. Ma ora le offerte sono troppo grandi per non prenderle in considerazione. E' la faccia venale del Trionfo. Tutte le altre le ha celebrate sul podio degli Champs Elysees.

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