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Lazio, Tudor: 'Qui per vincere, non per divertire' 

Lazio, Tudor: 'Qui per vincere, non per divertire' 

Il nuovo tecnico si presenta, 'Non sono un sergente di ferro' 

ROMA, 23 marzo 2024, 15:51

Redazione ANSA

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Igor Tudor sarà anche restio a parlare di nuovi moduli e modifiche tattiche, ma oggi ha comunque fatto capire di essere motivato a dare tutto per la Lazio, a prescindere da quanto tempo rimarrà sulla panchina biancoceleste.

Una frase del neo allenatore biancoceleste, nella conferenza stampa a Formello, è emblematica: "A me piace vincere, non far divertire la squadra. Ma sono anche lo stesso che se guardo una partita in tv e dopo 15 minuti non mi piace, cambio canale. Credo che non si debba vincere per caso, ma si possa farlo senza rinunciare a nulla. Poi se per vincere devi fare catenaccio, lo fai".

L'obiettivo primario sarà raccogliere punti, quindi, e se ce la si farà giocando bene, meglio ancora. Tudor raccoglie una squadra nona in classifica che, nelle rimanenti nove giornate di campionato, tenterà l'impresa di raggiungere il quinto posto Champions (senza dimenticarsi del doppio impegno in Coppa Italia con la Juventus). "Vogliamo partire subito forte - continua il tecnico - La sfida del 30 contro i bianconeri in campionato? Io do il 100 per 100 sempre, anzi martello di più i miei giocatori contro le cosiddette piccole".

L'allenatore croato non pensa al futuro ("Vivo di presente e di lavoro: se faccio bene tutti contenti, altrimenti vado avanti"), e non si rivede nel termine 'sergente di ferro': "E' una brutta descrizione. Come ha detto il presidente Lotito, serve un po' di carota e un po' bastone. Posso dire però che in quattro giorni qua non ho mai dovuto alzare la voce in allenamento". I suoi nuovi ragazzi gli hanno fatto una buonissima impressione: "Posseggono una cultura del lavoro per la quale va fatto onore a Sarri. Poi loro sanno che si può e si deve fare meglio, ma vedere tanta professionalità è un buon inizio". Si parla poi dei singoli giocatori: sulla possibilità di rivitalizzare Kamada con un cambio di modulo, Tudor rimane vago ("E' una questione di stile di gioco, non di moduli"), poi sorride parlando di Guendouzi, allenato a Marsiglia: "E' un ragazzo sanguigno, uno che se ci sono 100 partite le vuole giocare tutte". Tudor poi si sofferma rapidamente su Immobile: "Qui ha fatto la storia, c'è un grande amore per lui da parte di tutti i laziali. E' pronto a dare suo contributo, è il capitano". Tudor non esclude di vedere il centravanti in coppa con Castellanos, un giorno ("Potrebbe succedere di giocare con due attaccanti"), mentre non si sbilancia mai riguardo ai moduli e al possibile passaggio al 3-4-2-1. "Mi piace un calcio offensivo, poi serve sempre equilibrio; anche vedendo tipologia di giocatori che abbiamo, capiremo cosa ci possiamo permettere". Il mister rivela poi che da giocatore ebbe la possibilità di venire alla Lazio in prestito. "Qui ha giocato il mio grande amico Alen Boksic, ci siamo scambiati dei messaggi dopo il mio arrivo". Le esperienze in Grecia e in Turchia hanno lasciato "un bagaglio di esperienza fondamentale" al tecnico, che chiude parlando di Luis Alberto ("E' qui da tanti anni, è un giocatore forte, sta qui da tanti anni, lo vedo motivato e voglioso") e spiegando che la Lazio non è a fine ciclo: "E' un modo di dire che non mi appartiene. Più che l'età, sono altre le caratteristiche che fanno la differenza".
   

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