E' caos sulla ripartenza del calcio
anche in Brasile. Il Presidente Jair Bolsonaro si è detto
favorevole, così come il ministero della Salute, ma il fatto che
nel paese cinque volte campione del mondo ogni stato abbia una
propria federazione regionale complica le cose, e si assiste a
una girandola di decisioni.
Un caso emblematico è quello di Rio de Janeiro dove la
federcalcio locale (Ferj) ha autorizzato la ripresa degli
allenamenti dei club "se c'è l'accordo con i giocatori", come ha
specificato il presidente della Ferj Rubens Lopes. Poche ore
dopo però è arrivato lo stop da parte sia del Governatore dello
stato di Rio, sia da parte del gabinetto del sindaco della
megalopoli carioca. I due enti hanno stabilito che non ci si
possa allenare "almeno fino all'11 maggio", visto che questa
settimana a Rio potrebbe esserci un picco dei contagi e per il
fatto che "un centro di allenamento è uno spazio dove si possono
verificare assembramenti, e proprio questo è ciò che va
evitato", come ha detto un portavoce del governatore.
Quindi di nuovo stop, mentre i quattro grandi club di Rio, che
sono anche delle polisportive, ovvero Flamengo, Fluminense,
Botafogo e Vasco, stanno pensando a tagli degli stipendi e al
personale. Il Flamengo, infatti, ha già effettuato i primi
licenziamenti dovuti alla crisi economica, anche se per ora non
hanno riguardato il settore calcio.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA