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Tanto azzurro per salutare Vicini "ultimo maestro"

Tanto azzurro per salutare Vicini "ultimo maestro"

In chiesa per funerali molti ex giocatori in Nazionale e amici

02 febbraio 2018, 19:20

Redazione ANSA

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 Il cielo sopra il Duomo di Brescia era plumbeo e la pioggia cadeva insistente ma, nella cattedrale, durante i funerali dell'ex ct della Nazionale, Azeglio Vicini, c'era un'aura azzurra. Stava nelle parole durante l'omelia del delegato vescovile agli sportivi e cappellano del Brescia calcio, monsignor Claudio Paganini: "Azzurro come la maglia della Nazionale. Azzurro come la trasparenza dei valori di vita e di umanità. Azzurro come il cielo, popolato di maestri di cui abbiamo nostalgia e desiderio". L'azzurro era, però, anche tra i banchi, sui quali sedevano i ragazzi di allora, che seguirono Vicini nella controversa avventura del Mondiale di 'Italia '90', ma anche ex dirigenti del calcio italiano, come Giancarlo Abete e il presidente dell'Associazione allenatori Renzo Ulivieri. Hanno voluto esserci, tra gli altri, Paolo Maldini, Franco Baresi, Beppe Bergomi, Damiano Tommasi, Giuseppe Giannini, Riccardo Ferri, Aldo Serena, Stefano Tacconi, che ebbero nell'ex ct scomparso a 84 anni, un maestro. Perché così Vicini era riconosciuto all'unanimità: "L'essere stato un uomo, un giocatore, un allenatore, un dirigente all'interno del mondo sportivo trova la sintesi perfetta nell'essere stato maestro di vita", e Vicini fu "uno degli ultimi, forse dei pochi fra tanti, maestri veri", ha aggiunto Paganini. "Azeglio è stato il 'nostro commissario' per eccellenza! Quello delle notti magiche! - ha proseguito il sacerdote -. Ma, lui stesso scrive che ha avuto una 'sua commissaria' che le è sempre stata vicino: sua moglie". Domani, nella chiesa di San Giacomo sul porto canale, a Cesenatico, la stessa dei funerali di Marco Pantani, sarà celebrata una cerimonia per ricordare Vicini, prima di tumulare il feretro nella tomba di famiglia, a pochi passi da quella del 'Pirata'. Sul sagrato del Duomo di Brescia, però, nel frattempo si affollano i ricordi, anche di quelle 'notti magiche' del 1990. "All'esordio in Nazionale di Vicini ho segnato due gol. È il ricordo che mi legherà per sempre a lui, uomo d'altri tempi", dice commosso Beppe Bergomi. "Ha avuto il grande merito di avere creato un grande gruppo", ricorda Tacconi. Abete sottolinea "le qualità morali e sportive", che erano proprie di Azeglio Vicini, "in un mondo, come quello del calcio, nel quale talvolta si perde la misura".

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