La dirigenza della Juventus affidò
a un presunto boss della 'ndrangheta pacchetti di biglietti da
suddividere agli ultras perché era un personaggio "efficiente".
Non c'è prova, però, che fosse consapevole dei suoi legami con
la criminalità organizzata. A questa conclusione era arrivata la
procura di Torino nel quadro dell'inchiesta Alto Piemonte:
nessun reato penale, ma possibili illeciti di natura sportiva.
Da qui la trasmissione degli atti agli organi inquirenti
della Figc. I pm, nel corso dell'inchiesta, interrogarono
Francesco Calvo, ex responsabile del marketing (poi passato al
Barcellona) e altri due dirigenti. Nessuno disse di aver preso
informazioni sull'interlocutore, che era stato presentato da un
ex capo ultras poi indagato in Alto Piemonte.
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