"Il comportamento dei dirigenti
della Lazio è inspiegabile. Invece che tutelare un loro
patrimonio ne mettono in discussione la parola scatenando un
processo pubblico contro il giocatore", dice Roberto Calenda a
difesa del suo assistito Keita, attaccante della Lazio al centro
di una polemica con la società che minaccia di ricorrere alle
vie legali. "Keita si è fatto male in allenamento. Purtroppo -
aggiunge Calenda - né Peruzzi né i suoi 5 membri dello staff
sanitario hanno avuto l'accortezza di accompagnare il giocatore
in clinica dove i medici gli hanno detto di rimanere a riposo
per alcuni giorni. Il problema è che l'allenatore ha deciso
misteriosamente di non proteggere il suo giocatore ma di
attaccarlo pubblicamente mettendone in dubbio la parola.
Per Keita non ci sono trattative in corso. Per cui lui
non ha alcun motivo per non giocare. Anzi, vuole scendere in
campo perché nonostante la differenza di vedute - conclude
Calenda - lui alla Lazio tiene e anche tanto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA