"Amici della Lazio, in accordo con la
società ho deciso di rimandare la partenza per il ritiro. Io amo
e rispetto la maglia, ma non posso più accettare il trattamento
che mi stanno riservando. Cose promesse e mai mantenute.
Scadenze rinviate. Programmi cambiati". Inizia così la lettera
di Keita Balde Diao ai tifosi biancocelesti con cui il
senegalese, assente al ritiro di Auronzo di Cadore iniziato
ieri, prelude a una sua richiesta di cessione.
"Ho parlato più volte con il presidente (Lotito, ndr) e il
direttore (Tare, ndr): il mio punto di vista - spiega Keita -
purtroppo, non interessa a nessuno. Ma secondo me ci sono due
modi di fare le cose. Uno si basa sulla condivisione di idee e
progetti, sulla possibilità di crescere insieme costruendo un
futuro migliore. L'altro, quello scelto al momento, vede una
parte della società camminare da sola, senza ascoltare niente e
nessuno. Quando poi si aggiunge qualcuno che dice una cosa e ne
fa un'altra, allora bisogna fermarsi. Così non si costruisce, si
distrugge".
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