La vita di Demetrio Albertini cambiò
mentre prendeva corpo la rivoluzione del calcio di Arrigo
Sacchi, che domani compierà 70 anni. Il tecnico di Fusignano si
presentò nell'87 al Milan come un "signor nessuno", ma "era
preparato, sapeva cosa voleva e come ottenerlo", avrebbe
constatato un anno e mezzo più tardi l'ex centrocampista.
"Mi prese dalla Primavera e mi fece esordire in prima
squadra, poi abbiamo vissuto tanti anni insieme in Nazionale",
racconta all'Ansa Albertini, che con Sacchi ha conquistato i
suoi primi trofei ed ha vissuto in azzurro un Mondiale e un
Europeo. Nel 2010, poi, fu lui, vicepresidente federale, a
cooptare il suo mentore come coordinatore tecnico delle
Nazionali giovanili.
Gli allenamenti di Sacchi erano faticosissimi ed era
richiesto anche un certo comportamento fuori dal campo: "Era
maniacale - ricorda Albertini - Spesso è un pregio, a volte è un
limite. Ma ci ha portato a traguardi considerati impossibili. E
per me la cosa più bella è che mi ha insegnato il
professionismo".
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