"Ho incontrato e provato a marcare
Johan Cruijff nella finale di Coppa Campioni '69, ma lui era un
altro tipo di attaccante rispetto a Pelè: rompeva ogni schema e
non ci si capiva più molto". Giovanni Trapattoni piange con
tutto il calcio mondiale Johan Cruijff; simbolo del calcio
all'italiana, Trap incrociò il Profeta del gol a Madrid quando
era appena una stella nascente, ma dovette fare i conti per
sempre con il calcio totale nato da quell'olandese. "Era un
giocatore universale, sulle orme di Di Stefano non attaccava
solo li' davanti ma andava a prendersi la palla lontana: era
tutto e non era niente, non c'era un ruolo per lui - ricorda
Trapattoni all'Ansa - Era l'antitesi della tradizione: da
allenatore mi sono poi spesso dovuto confrontare con quel
calcio: molto piu' difficile da affrontare per chi lavora su
ruoli, schemi, abitudini. Solo con Sacchi il calcio italiano ha
virato verso la strada indicata da Crujiff".
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