Defibrillatori, ma non solo: la sicurezza
e la salute dell'atleta vanno viste a 360 gradi e la Federazione
medici sportivi rilancia la necessità di un forte ruolo a loro
favore. "Rivendichiamo l'importanza e le competenze degli
specialisti in medicina dello sport nell'evoluzione del Paese",
ha detto il presidente della Federazione medico sportiva
italiana, Maurizio Casasco, ieri all'apertura dei lavori del
35/o Congresso nazionale, che si concluderà domani a Roma.
"La presenza dei defibrillatori va bene - ha aggiunto Casasco
- ma tra i rischi più diffusi al primo posto c'è la concussione
cerebrale. Per questo abbiamo fatto il Pssd (Pronto soccorso
sportivo defibrillato, ndr) che contempla l'intervento su tutti
gli organi. Purtroppo, non viene attuata: siamo fermi sugli
interventi nelle emergenze di gara. Il calcio è in assoluto il
peggiore ed è drammatico rispetto a quanto avviene ad esempio
nel rugby, dove tutti sanno come muoversi in campo. Non si
investe in sicurezza, manca la cultura della salute".
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