I 36 arbitri e giudici che hanno
preso parte al torneo di pugilato ai Giochi di Rio non potranno
svolgere attività in altri eventi di livello mondiale
organizzati dall'Aiba finché non sarà completata un'indagine
aperta sul loro operato. L'integrità dell'Aiba (la Federazione
mondiale del pugilato olimpico), dei suoi funzionari e del
sistema di assegnazione del punteggio sono stati oggetto di
feroci contestazioni a Rio in seguito ad alcuni verdetti. L'Aiba
non ha chiarito quale sia stato il numero di giudici e arbitri
fermati a Olimpiade in corso dopo aver constatato che "meno di
una manciata" di decisioni su 239 incontri non era stata del
livello sperato. Durante il torneo, il presidente dell'Aiba, Wu
Ching-Kuo, aveva risposto alle critiche assegnando ad altri
incarichi il proprio direttore esecutivo. "I risultati di una
specifica indagine su arbitri e giudici, attualmente in corso,
permetteranno all'Aiba di valutare pienamente quali azioni
intraprendere" si legge in un comunicato.
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