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Olimpiadi 2026: verso un nuovo tavolo a tre città

Olimpiadi 2026: verso un nuovo tavolo a tre città

Ok di Giorgetti a Chiamparino: 'Ma la linea è chiara'

20 settembre 2018, 19:47

Redazione ANSA

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Una foto del circuito di bob e slittino di Cesana - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una foto del circuito di bob e slittino di Cesana - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una foto del circuito di bob e slittino di Cesana - RIPRODUZIONE RISERVATA

Potrebbe tornare a riunirsi un tavolo a tre città per la candidatura italiana alle Olimpiadi invernali del 2026. Il sottosegretario Giancarlo Giorgetti apre alla richiesta del governatore del Piemonte Chiamparino. "Sarei l'uomo più felice del mondo se potessi riunire le tre città attorno allo stesso tavolo per riprendere il discorso sulle Olimpiadi". Il sottosegretario lascia spiragli sulla possibilità di rimettere in moto la candidatura italiana ai Giochi invernali 2026. "Ma questo può accadere - avverte - solo se Torino, Milano e Cortina accettano la bozza di protocollo inviata la scorsa settimana sulla loro candidatura unitaria. Ogni altra strada che volesse l'appoggio del governo non è percorribile".

Per l'organizzazione delle Olimpiadi del 2026 - ha puntualizzato di prima mattina il vicepremier Luigi Di Maio - "lo Stato non deve metterci un euro". "Il Coni doveva scegliere tra 3 candidature: siccome sono tre forze politiche diverse il Coni ha detto 'facciamo le Olimpiadi del Nord' e così alla fine si è creato soltanto il caos per un cerchiobbottismo ben noto. La situazione è impraticabile, quindi lo Stato non deve metterci un euro. Poi se ci sono Milano e Cortina con il Veneto e la Lombardia devono andare avanti, ma senza che lo Stato ci metta i soldi e nemmeno le garanzie". 

"Mi aspetterei da chi governa il Paese - attacca in replica il sindaco di Milano Giuseppe Sala - e ha una visione di lungo periodo consideri un grande evento un buon investimento, non una spesa che toglie soldi ad altri". Anche Sala ha definito "strano" il fatto che lo Stato avrebbe messo garanzie per una candidatura a tre e non a due e ha parlato di "giochino politico".

"Per me è fondamentale e imprescindibile che sia fatta la massima e totale chiarezza - dice intanto la sindaca di Torino Chiara Appendino - su chi finanzia l'evento e come. Se si vuole portare avanti l'ipotesi di Olimpiadi senza fondi statali, ma sostenute da Regioni e privati, si chiarisca prima chi mette quanto, altrimenti è da irresponsabili andare avanti alla cieca". "Non si prendono impegni a scatola chiusa - aggiunge Appendino - Torino non c'è perché la proposta manca di chiarezza e trasparenza. Vogliono garantire e finanziare le Regioni? Se sì, quali e in che misura? Vorrei ricordare che nell'attuale versione del masterplan sono previsti eventi anche in Trentino. Si vogliono finanziare le Olimpiadi tramite capitali privati? Quali? Sono domande che ad oggi non trovano risposta. Chiudo sottolineando che ogni altra polemica o tentativo di addossare le colpe, non mi appartiene".

"Ho parlato ieri col sindaco Appendino e auspico ancora oggi che possa esserci un ripensamento da parte di Torino ma in questo momento la vedo complicata. Ora c'è questa ipotesi nuova con le altre due città, Milano e Cortina, e le regioni Lombardia e Veneto, più che convinte di andare avanti". Così il presidente del Coni, Giovanni Malagò, fotografa la situazione sulla candidatura italiana per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026. "Ho proposto alla Appendino di venire a Roma, magari per vedersi con gli altri e fare il punto della situazione per cercare di capire i margini di manovra, ma mi ha risposto che restano sulle loro posizioni" aggiunge il capo dello sport italiano ai microfoni della trasmissione 'Circo Massimo' su Radio Capital. "Vediamo adesso come si può costruire questo nuovo dossier ha aggiunto - Certo la considerazione fatta ieri da Fontana (presidente della Lombardia, ndr) mi pare di buon senso: perché se una si chiama fuori, le altre due devono essere penalizzate?".

 

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