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Sui pattini a Giochi, Ryom e Kim sognano

Sui pattini a Giochi, Ryom e Kim sognano

Unici atleti di Pyongyang qualificati per le Olimpiadi invernali

06 gennaio 2018, 19:00

Redazione ANSA

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Sui pattini a Giochi,nordcoreani Ryom e Kim sognano © ANSA/EPA

Sui pattini a Giochi,nordcoreani Ryom e Kim sognano © ANSA/EPA
Sui pattini a Giochi,nordcoreani Ryom e Kim sognano © ANSA/EPA

Si esibiscono sulle note dei Beatles, amano Čajkovskij, e puntano a entrare nella top ten mondiale delle coppie che pattinano. Ma il sogno vero è quello di poter varcare il confine della loro Corea del Nord e esibirsi ai prossimi Giochi olimpici di PyeongChang. Ryom Tae Ok e Kim Ju Sik questa chance se la sono conquistata sul ghiaccio di Oberstdorf, in Baviera, lo scorso ottobre e ora che il dittatore di Pyongyang, Kim Jong-un, sembra voler aprire ai Giochi in programma in Corea del Sud dal prossimo 9 febbraio, i due giovani atleti nordcoreani sono diventati il simbolo della distensione e del no alla guerra. In attesa che le due Coree facciano il punto diplomatico sulle Olimpiadi (Seul ha proposto il 9 gennaio per i colloqui tra i due paesi rivali a un mese esatto dal via dei Giochi), i due pattinatori incrociano le dita: del resto sono gli unici del loro paese ad aver strappato il pass olimpico al Trofeo Nebelhorn, danzando sulle note malinconiche di "Je ne suis qu'une chanson" di Ginette Reno. Ma questo non è valso loro il via libera per presentarsi nell'ovale olimpico il prossimo mese: il dittatore nordcoreano non ha infatti dato l'ok agli atleti di casa (il termine ultimo era il 30 ottobre). Tempo formalmente scaduto per attivare tutte le pratiche burocratiche per gli accrediti degli atleti, ma il Cio, alla luce della distensione in atto almeno sul fronte olimpico, potrebbe riaprire alla partecipazione dei due. Ryom Tae Ok e Kim Ju Sik, 18 anni lei e 25 lui, hanno vinto il bronzo ai Giochi invernali asiatici lo scorso anno e questo li ha motivati ancora di più: allenati da Kim Hyon-son, in estate (da giugno ad agosto) sono volati a Montreal per farsi seguire dal coach franco-canadese, Bruno Marcotte: "Mi chiedevano sempre se avevano possibilità di qualificarsi, se erano abbastanza bravi", ha raccontato il tecnico che li ha accompagnati anche in Germania quando i due giovani sono riusciti nell'impresa. "Il destino non è più nelle loro mani però", ha sottolineato Marcotte. "Spetta al Comitato Olimpico della Corea del Nord decidere se partecipare o meno", ha osservato l'allenatore di casa della coppia, Kim Hyon.

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