Sarri pensa alla Juventus, Higuain a De Laurentiis. "Non siamo riusciti a portare in fondo l'impresa, anche se abbiamo vinto 3-2 contro una grande squadra. C'e' rammarico per qui venti secondi di Torino, due episodi in cui non siamo stato fortunati e che hanno cambiato la situazione". Così l'allenatore del Napoli ha commentato la vittoria in Coppa Italia, inutile però per la qualificazione. Due gol al Napoli che portano la firma del Pipita e che lui sembra dedicare polemicamente a De Laurentiis.
I gol
Ma il calcio non è nuovo a questo gesto di stizza, a volte di insofferenza o di semplice maleducazione. O più spesso una ribellione di carattere agli avversari storici. Gonzalo Higuain segna alla sua ex squadra, il Napoli, ed esulta indicando il 'nemico' De Laurentiis, e il gesto puo' ricordare il dito puntato da Giorgio Chinaglia contro la Curva della Roma, dopo un gol nel derby del '74, l'anno dello scudetto Lazio. La tv ha immortalato spesso scene di ribellione, per un gol fatto o magari una sostituzione subita. Ieri sera è toccato a Gonzalo Higuain rispondere a modo suo ai fischi e alle urla che hanno accompagnato ogni suo tocco di palla al San Paolo di Napoli. Niente di eclatante, di clamoroso, di appariscente ma quel dito puntato verso la tribuna è diventato ovviamente oggetto di 'traduzione', di interpretazione. Per i più si tratta di un 'messaggio' al presidente De Laurentiis in tribuna, con il quale i rapporti dopo la cessione estiva sono corsi lungo un binario piuttosto 'elettrico'.
Il bomber argentino aveva già alla fine del riscaldamento mentre rientrava negli spogliatoi puntato il dito verso la tribuna, e subito dopo il primo gol ha fatto il bis: nessuna esultanza, per rispetto ai suoi vecchi tifosi, ma di nuovo quell'indice puntato verso la tribuna accompagnato anche da un labiale. Messaggio, avviso, pensiero a voce alta? Non sarà mai dato sapere quel che roteava nella testa del 'Pipita', l'unica cosa certa è che il gesto dell'argentino va ad arricchire la già ricca collezione di segni, atteggiamenti e anche 'vaffa' che hanno accompagnato la storia del calcio. Un nome su tutti: Giorgio Chinaglia, il centravanti della Lazio che esultò sfidando i tifosi avversari in quel derby romano. Gesti di carattere e ribellione, d'altra parte, Long John ne riservò altri: era sempre il '74, ma ai Mondiali, quando mandò a quel paese il ct Valcareggi reo di averlo sostituito con Anastasi nella partita contro Haiti. Qualche anno più tardi, un altro Mondiale (Italia '90) e un altro centravanti (Andrea Carnevale) furono protagonisti di un altro siparietto gestuale, mentre è invece entrato ormai nella leggenda il "questo è matto" sussurrato da Baggio a Usa '94 contro Arrigo Sacchi che lo richiamava in panchina.
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