"È stata una vittoria fondamentale, una storia meravigliosa, con dentro un finale diamantato". Luciano Spalletti stavolta non può che inchinarsi alla classe di Francesco Totti, decisivo con la sua doppietta nella vittoria in rimonta per 3-2 della Roma sul Torino. Da Boston anche il presidente Pallotta si congratula col capitano giallorosso: "Sono così orgoglioso di lui e della squadra. Hanno fatto una grande rimonta, e questa è una vittoria importante per diversi motivi". I motivi sono soprattutto quelli legati alla corsa Champions, con l'Inter ko in casa del Genoa e ora distante sette punti.
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Se alla fine la Roma riuscirà a mantenere il terzo posto in classifica sarà anche per merito di Totti che continua a stupire, e a segnare (303 in carriera, 247 in Serie A), nonostante l'età e un contratto ormai vicino alla scadenza.
Pallotta almeno pubblicamente non si è ancora espresso, e così Totti anche in una serata magica preferisce evitare le telecamere, limitandosi a una battuta mentre esce dall'Olimpico: "E' stata una bella emozione". La stessa vissuta dal pubblico sugli spalti, impazzito di gioia sia al gol del pareggio sia al rigore della vittoria. "E' stato bellissimo il boato dello stadio. Questa rimonta ci ridà entusiasmo e magia che ci servono per giocare al meglio - riconosce Spalletti -. Stasera Francesco ha fatto quello che gli avevo chiesto anche a Bergamo, per noi è una risorsa importantissima. La sua gestione? Io dico che è difficile, a lui non va molto bene e io divento sempre quello cattivo però torno a ripetere le stesse cose: io scelgo per vincere le partite e se ho bisogno di qualità contro una squadra che si chiude Totti è il miglior giocatore che c'è".
Sul rinnovo di contratto però neanche Spalletti si sbilancia: "Io sono felice se Totti fa quello che lo rende felice. Se lui vuole continuare a fare il calciatore io sono il primo a essere felice. Ma dico anche che se sono io l'allenatore continuo a fare il tecnico. Questa situazione ci mette contro, per forza.
Io devo essere credibile verso gli altri calciatori, sono stato chiamato perché c'era qualcosa da sistemare, e quindi tento di mettere delle regole, di farle seguire, tento di essere coerente. La gestione che mi riguarda di Francesco è quella tecnica, la sua storia non mi riguarda".
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