Grande apprensione, grande dispiacere, ma non paura: questi i sentimenti che animano gli Azzurri in queste ore, dopo aver appreso degli attentati che hanno squassato Bruxelles da questa mattina. Alessandro Florenzi era uno dei giocatori della Nazionale in campo proprio nella capitale belga il 13 novembre scorso, quando il terrorismo colpì Parigi. "Di quella gara non ricordo problemi legati a quei tragici fatti - ha detto il giocatore della Roma - certo che dopo aver saputo di quanto avvenuto stamani a Bruxelles, non può esserci che rammarico e dispiacere, è una situazione che non piace a nessuno. Però bisogna guardare avanti e non farci prendere dalla paura".
Florenzi si è subito messo in contatto con il compagno di squadra, il belga Naingollan: "Era un po' scosso, come d'altronde tutti. Anche fra noi azzurri abbiamo parlato di quanto accaduto, però senza farci prendere dall'ansia. E lo stesso sarà pensando ai prossimi europei".
La manifestazione continentale si terrà a giugno in Francia, e molti già parlano di un evento sotto l'incubo di altri attentati terroristici: "Non so se ci sarà il rischio di giocare a porte chiuse - ha detto Florenzi - non sono decisioni che spettano a noi giocatori, di certo andremo lì per affrontare una competizione importante che deve portare gioia e sorrisi, non apprensione e problemi a chi ci verrà a vedere. So che non sarà facile ma quello che noi giocatori possiamo fare è pensare solo a questo, giocare per dare emozioni e gioia". La pensa così anche Federico Bernardeschi, uno degli ultimi arrivati nel gruppo azzurro: "Fatti del genere non dovrebbero accadere, fanno male, ogni persona si sente colpita. Bisogna stare vicino alle famiglie delle vittime e sperare che queste cose non succedano più.
Rischio di portare a porte chiuse agli europei? Ci saranno persone preposte a decidere, noi giocatori non possiamo farlo, dobbiamo comunque andare lì a portare emozioni e sorrisi alla gente, questo è il messaggio del calcio".
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