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Montezemolo, Schumi sbagliò a tornare alla Mercedes

Montezemolo, Schumi sbagliò a tornare alla Mercedes

Ex n.1 Maranello ricorda incontro con Enzo Ferrari e 'Roma 3131'

05 maggio 2015, 19:21

Redazione ANSA

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Montezemolo, Schumi sbagliò a tornare alla Mercedes - RIPRODUZIONE RISERVATA

Montezemolo, Schumi sbagliò a tornare alla Mercedes - RIPRODUZIONE RISERVATA
Montezemolo, Schumi sbagliò a tornare alla Mercedes - RIPRODUZIONE RISERVATA

Dal felice incontro con Enzo Ferrari al 'tradimento' di Michael Schumacher che per tornare in Formula 1 si fece tentare dalla Mercedes. Gioie e dolori targate Luca di Montezemolo che intervistato da Sky ripercorre le fasi più significative della sua storia di uomo di sport e manager. "Quando Schumi smise di correre - ricostruisce l'ex presidente della Ferrari - aveva tanta voglia di velocità, di continuare a sentire l'asfalto, che fece delle gare di motocicletta ed ebbe un brutto incidente. Fu quell'incidente che gli impedì di tornare sulla Ferrari. Avevo già fatto il contratto con Alonso - ricorda Montezemolo - lui stette fermo per tre mesi, poi Ross Brawn al GP di Abu Dhabi lo avvicinò e gli fece l'offerta per la Mercedes. Micheal, che era come un bambino a cui avevi tolto il giocattolo, era pronto a tornare e tornò, secondo me sbagliando, con la Mercedes. Perché uno Schumacher che torna deve vincere e invece lui non ha vinto. Nel vedere dove sta Michael oggi mi viene un groppo alla gola e veramente mi dispiace tantissimo perché è stata una persona molto importante nella mia vita professionale''. Da Schumi all'incontro con Enzo Ferrari che cambiò la sua vita compresa la telefonata a una famosissima trasmissione radiofonica chiamata "Roma 3131": "Quello - afferma Montezemolo - è stato uno dei momenti della mia vita che ricorderò sempre per tanti motivi. Questa trasmissione era totalmente reale nel rapporto con chi telefonava. Telefonò un giovane che disse: 'Ma basta con questo automobilismo, è uno sport pericoloso, per ricchi, che non serve a niente. Non è uno sport. Io risposi molto duramente: 'Guardi che i grandi campioni dell'automobilismo erano meccanici o figli di meccanici, le corse sono molto importanti per lo sviluppo delle tecnologie e anche della sicurezza'. Insomma, feci un'autodifesa molto forte e anche un po' sopra le righe. Ferrari era abituato a mettere la sua radio sulla sua scrivania e mentre rispondeva alla sue lettere ascoltò e telefonò alla trasmissione in diretta. Disse: 'Chi è quel ragazzo che ha risposto così bene alle fesserie che ho sentito? E' un ragazzo con personalità'. E disse: 'Lei mi venga a trovare'. Alla prima vacanza utile tornai in Italia e andai a Maranello a trovare Ferrari. Mi fece un po' parlare e poi disse: 'Io avrei bisogno di avere vicino un giovane come lei per aiutarmi a riorganizzare la nostra scuderia'. Con sfacciataggine ho risposto: Non me lo dica due volte perché vengo domani".

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