"Parliamo lunedì, qui come dico una parola..". Virginia Raggi, attesissima al Festival Economia di Trento, scende dal palco dove ha discusso con altri sindaci di periferie e scherza con i cronisti che le chiedono qualche dettaglio in più. Anche ad alcuni sostenitori la candidata a sindaco di Roma del Movimento 5 Stelle ha chiesto "mandatemi una mail, vi rispondo lunedì", per evitare di 'rompere' il silenzio elettorale in vista del voto per le amministrative di domani.
Dal palco con Flavio Tosi, Guido Castelli e Piero Fassino, rispettivamente primi cittadini di Verona, Ascoli Piceno e Torino, aveva affrontato il tema delle periferie, dando qualche indicazione, come la necessità per i Comuni di utilizzare meglio i fondi europei o quella, per la Capitale, di concentrarsi sui servizi da riportare nei quartieri lontani dal centro ma anche di porsi l'obiettivo di "ricostruire il concetto del bello".
Raggi, nel corso del dibattito nel quale è intervenuto in collegamento video da Torino anche Fassino, ha parlato dello 'stato di salute' della periferia di Roma sottolineando l'importanza di "ripensare i servizi anche per ricostruire il tessuto socio-economico" delle aree più lontane dal centro. Il "tema delle periferie è importante, perché le città sono un organismo unico dove occorre occuparsi di tutte le parti, anche delle fasce più deboli. La ricucitura deve passare per un incremento dei servizi, uno sviluppo delle opportunità lavorative, una valorizzazione delle identità e per uno sviluppo urbanistico armonioso che abbia come obiettivo la ricostruzione del concetto di bello", ha spiegato la candidata sindaco a Roma del M5S. Il primo cittadino di Torino, invece, si è soffermato sullo sviluppo socio-urbanistico del capoluogo piemontese spiegando che per migliorare il rapporto tra centro e periferia occorre creare "un modello policentrico e costruire una rete di servizi la cui accessibilità riduca le diseguaglianze". E, ha sottolineato, Torino con i suoi "tre centri direzionali", è una "buona dimostrazione" di tale modello.
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