Manca l'intesa tra le forze politiche e a poche ore dal primo voto per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica si profila una fumata nera. Dopo l'uscita di scena di Silvio Berlusconi, sul quale regna il mistero delle condizioni di salute, i partiti vanno in ordine sparso nonostante tra Montecitorio e dintorni si moltiplichino incontri e riunioni di gruppi parlamentari. Si resta in attesa della rosa di nomi autorevoli annunciati da Matteo Salvini.
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Il leader della Lega è però alle prese con il complesso tentativo di avanzare proposte plausibili per il centrosinistra e che allo stesso tempo non spacchino la sua coalizione. Dopo il no di Forza Italia al nome di Mario Draghi Salvini sta cercando una proposta che possa ingolosire i parlamentari e quella di Elisabetta Casellati non sembra sfondare. Sottotraccia gira il nome di Elisabetta Belloni, diplomatica di grande esperienza oggi capo del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza (Dis). Dall'altra parte il centrosinistra lancia l'idea di un tavolo con tutti i gruppi parlamentari per trovare una soluzione condivisa e intanto valuta il nome di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di sant'Egidio, che piace molto al Movimento cinque stelle. Per ora sembra una candidatura di bandiera per affrontare queste prime fasi del voto. Tanto che Matteo Renzi la boccia immediatamente spiegando che Riccardi non ha nessuna chance. Mario Draghi resta in silenzio e dalla sua casa in Umbria osserva l'evolversi della situazione. Nonostante Forza Italia abbia detto che deve restare a palazzo Chigi, la sua resta una candidatura forte. Ma, come ha ben argomentato Matteo Renzi, "al Quirinale non si va contro i partiti". "Penso che la candidatura di Draghi possa stare in piedi solo che abbia questo elemento politico. Al Quirinale ci vai soltanto con un'iniziativa politica", ha spiegato il leader di Italia Viva. Il che, tradotto, significa che le forze politiche dovrebbero trovare una intesa ampia, tanto da comprendere un accordo sulla natura del futuro governo. Resta forte l'idea di Pier Ferdinando Casini al Quirinale: il suo centrismo doc e la sua esperienza parlamentare fanno di lui una figura digeribile sia a destra che a sinistra. Di contro, potrebbe pesare a suo sfavore un eventuale "No" del centrosinistra all'attuale presidente del Senato Elisabetta Casellati. Poi c'è sempre Sergio Mattarella che sta seguendo gli sviluppi dalla sua Palermo. Ma di lui si potrebbe parlare eventualmente solo molto più avanti, se il muro contro muro tra gli schieramenti persistesse.
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