Tutti in attesa delle decisioni di Silvio Berlusconi. A due giorni dal primo voto per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica il Cavaliere sembra non aver ancora deciso e consulta i suoi per sapere cosa ne pensano. Ma Forza Italia boccia decisamente la corsa di Mario Draghi al Colle chiedendo che resti a palazzo Chigi.
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Il quadro politico sembra congelato così su due direttrici: la prima punta su Mario Draghi, nonostante il freno del partito azzurro e le difficoltà di costruire un patto di legislatura per formare un governo che possa arrivare a fine legislatura; la seconda mira a conoscere nelle prossime ore le vere mosse del Cavaliere.
Una riflessione che sta frenando un irrequieto Matteo Salvini e alimentando nervosismo nel centrodestra. Il leader della Lega da giorni annuncia di avere alcune valide alternative a Berlusconi per un candidato espressione del centrodestra. Sullo sfondo resta l'opzione di emergenza di un Mattarella bis alla quale l'attuale capo dello Stato guarda con gelido distacco facendo sapere che seguirà gli scrutini del voto dalla sua casa di Palermo. Una lontananza che conferma il pensiero del presidente sull'inopportunità di una sua rielezioni. Ma anche questo gesto simbolico non basterà per far desistere il partito del bis che cresce in maniera bipartisan nei due schieramenti.
Anche gli alleati hanno difficoltà ad interpretare il silenzio di Berlusconi che, chiuso ad Arcore, sentiranno solo via zoom. Tutte le opzioni sono ancora aperte: una rinuncia o meno alla sua candidatura; il lancio a sorpresa di un suo candidato; ed anche una uscita di scena silenziosa che darebbe campo politico a Matteo Salvini per cercare di essere il kingmaker di questa elezione. "Per la prima volta dopo 30 anni il centrodestra ha i numeri quindi ha l'onore e l'onere di fare le sue proposte, senza che ci siano veti e pregiudizi. Siamo uniti e compatti per un' elezione rapida e non necessariamente solo dalla sinistra", ha infatti ribadito il leader della Lega. In quest'atmosfera surreale i partiti si preparano alla vigilia consultando ognuno i propri gruppi parlamentari e i leader si confrontano in una girandola di incontri incrociati più o meno riservati. Il centrosinistra farà l'ultimo punto domani con un vertice a tre tra Enrico Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza ma c'è la consapevolezza che il Movimento Cinque stelle sia in grande difficoltà e che i suoi gruppi parlamentari siano al momento difficilmente controllabili nel segreto dell'urna.
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