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Finale Champions, Allegri: "Battere Barcellona? Basta far 2-3 cose bene"

Finale Champions, Allegri: "Battere Barcellona? Basta far 2-3 cose bene"

"Non bisogna fare grandissime cose ma una partita molto compatta, limitare o annullare le loro caratteristiche migliori"

02 giugno 2015, 11:38

Redazione ANSA

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Allegri: "Battere Barcellona? Basta far 2-3 cose bene" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Allegri: "Battere Barcellona? Basta far 2-3 cose bene" - RIPRODUZIONE RISERVATA
Allegri: "Battere Barcellona? Basta far 2-3 cose bene" - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si ripete il copione della vigilia Real. "I favoriti sono loro però...". Il minimo comun denominatore nel 'Media Open day' della Juventus è stato il "grande rispetto" per il Barcellona di Messi-Neymar-Suarez ed Iniesta, affiancato, tuttavia, dalla convinzione dei bianconeri di potere ancora una volta far saltare il banco. C'erano decine di inviati da tutta Europa ad osservare l'allenamento dei bianconeri, allo 'Stadium', aperto per mezz'ora alla stampa. Tutti cercavano di capire anche nei piccoli gesti come i quattro volte campioni d'Italia si preparano per tentare il 'miracolo'. Che miracolo non è per Allegri ed i suoi giocatori: "Come si batte il Barcellona? Facendo 2-3 cose giuste. - è la quasi disarmante risposta del tecnico - E soprattutto servirà scendere in campo animati dalla voglia di dimostrare che abbiamo tutte le qualità e le caratteristiche per giocarci la vittoria. E' una finale e spesso queste partite sono decise da episodi: loro hanno grandissime qualità, noi altrettante". "L'esperienza fatta con il Real Madrid ci è servita - spiega l'allenatore - ci siamo confrontati con i campioni d'Europa in carica, una squadra straordinaria. Ma per vincere questa volta dovremo giocare molto meglio. Per farcela, però, dovremo essere molto compatti, limitare le loro caratteristiche migliori". Le prodezze di Messi, da ultima lo slalom nella finale di Coppa del Re, non sono un incubo, assicurano i bianconeri. "Ha segnato gol anche più belli - osserva Allegri - marcarlo a uomo è impossibile, dovremo essere bravi a lavorare attorno a lui per non fargli arrivare palloni". C'è anche un aspetto psicologico da curare, e su questo Allegri ha dimostrato di essere quasi un maestro. "Vigilie di partite così importanti si devono vivere con la giusta adrenalina, senza mai farsi prendere dall'ansia. La finale di Champions con il lavoro, mica si debbono fare 2-3 allenamenti al giorno o due ore di videotape per studiare gli avversari: l'avvicinamento alla partita è uguale a quello di altre partite". Così - è la strada indicata dal Allegri - ci avvicina, "dopo un'annata straordinaria" a "qualcosa di ancora più straordinario, che ci farebbe entrare nella storia". Fra in tanti temi della sfida, riaffiora ancora il ricordo del morso di Suarez a Chiellini, poco meno di un anno fa, nell'amarissima Italia-Uruguay: "A quell'episodio non ci penso proprio più - dice il difensore bianconero - e credo che lo stesso faccia Suarez". Il pericolo numero 1 adesso è Messi: "Sono d'accordo - concorda Chiellini - con chi dice che non servono i calci a fermarlo: ci sono 10 anni di partite a dimostrarlo. Quello che dovremo fare è limitargli gli spazi, non farlo giocare in campo aperto, altrimenti sì che è devastante". C'è fiducia, in casa bianconera perché "la squadra nel corso della stagione è migliorata molto - dice il tecnico bianconero - ha acquisito consapevolezza nei suoi mezzi". Tra i milioni di tifosi juventini l'attesa è a livelli record: "Sappiamo che tutti ci guardano - aggiunge Marchisio - abbiamo una gran voglia di giocare questa finale. Partiamo con le stesse possibilità del Barcellona e vogliamo portare a tutti i costi la Coppa a Torino".

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