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Papa: Il sinodo, la guerra a pezzi e il Magnificat

Papa: Il sinodo, la guerra a pezzi e il Magnificat

Elementi per tentare di leggere il secondo anno di pontificato

12 marzo 2015, 11:37

di Giovanna Chirri

ANSACheck

Papa Francesco con i Vescovi Ansa/Ettore Ferrari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Papa Francesco con i Vescovi Ansa/Ettore Ferrari - RIPRODUZIONE RISERVATA
Papa Francesco con i Vescovi Ansa/Ettore Ferrari - RIPRODUZIONE RISERVATA

Che farebbe Gesù davanti a un divorziato risposato che chiede la comunione? La preghiera per la pace con Abu Mazen e Shimon Peres "ha aperto una porta" che resta aperta nonostante le violenze che l'hanno seguita. Il Magnificat è il canto della speranza di un popolo, di quanti, rimarca il gesuita amico di Bergoglio Diego Fares, "hanno affrontato la lotta della vita portando nel cuore la speranza dei piccoli e degli umili". Lo scongelamento del sinodo, la guerra mondiale a pezzi e l'incontro dei Movimenti popolari di tutto il mondo in Vaticano: ecco tre elementi molto parlanti nel secondo anno di pontificato di Francesco. Un anno caratterizzato da un insieme di avvenimenti, parole, gesti, documenti e novità sprigionati dalla energia dirompente e determinata del papa latinoamericano. Un insieme in cui sembra difficile e riduttivo scegliere una cosa e escluderne un'altra, meglio forse cercare una griglia attraverso cui tentare di leggere l'insieme.

- LO SCONGELAMENTO DEL SINODO. Del sinodo si è saputo molto, accompagnato da una buona trasparenza della informazione sui lavori e sui documenti, ha avuto una prima sessione nel 2014 e ne avrà una seconda il prossimo autunno. Il tema è la famiglia, con i suoi aspetti positivi, le maggiori sfide e i maggiori problemi. Divorziati risposati, coppie gay, violenza sulle donne e i bambini, povertà e esclusione sociale: tutti che sono nati anche da un questionario chiesto dal Papa a tutto il popolo, e poi dibattuto dai vescovi. Il Papa ha seguito i lavori preparatori della Segreteria da lui rinnovata e i lavori della assemblea, ha ascoltato tutto, ha parlato solo in apertura e in chiusura, ha indicato la strada e guidato il processo, governando con grande capacità le tensioni. Con questo modo di convocare, stimolare e guidare il sinodo, papa Francesco fa "camminare insieme" (che sinodo questo vuol dire) la Chiesa per almeno due anni. Per le auspicate soluzioni ai temi pastorali più spinosi - i divorziati risposati sono in agenda già dal preconclave che elesse Ratzinger , nel 2005 - bisogna ancora attendere, ma è certo che, come ha osservato Raniero La Valle, Bergoglio ha operato una "rifondazione del sinodo", che potrebbe anche dare risultati permanenti. I lavori del sinodo sono andati di pari passo con il procedere della riforma economico finanziaria - nuove norme, creazione della Commissione per l'economia e del segretariato per l'economia - e con i lavori del C9 per la riforma della Curia. Le innovazioni nel primo campo realizzano una parte importante della riforma; la riforma della curia richiede una nuova Costituzione, e il processo richiede un percorso più lungo, appunto costituente. Così la riforma della Chiesa viene perseguita nel secondo anno di pontificato a tutti i livelli, di popolo e di vertici, di uffici e di persone, di metodiche e di soluzioni. La vastità, profondità, novità di tutto questo fa ben sperare anche chi teme che spinte regressive blocchino il disegno bergogliano: da questo processo sarebbe comunque difficile tornare completamente indietro.

- LA GUERRA MONDIALE A PEZZI. Nel settembre 2013 papa Bergoglio aveva portato a casa il successo di fermare le armi americane pronte a partire contro la Siria. Non altrettanto bene è andata nel 2014 con lo sforzo per riattivare il negoziato in Terra santa, passato attraverso il viaggio in Israele e Palestina e la preghiera nei giardini vaticani. La forza della azione antibellica di papa Francesco va però misurata su altri piani, né l'uomo è tanto ingenuo da pensare di avere una bacchetta magica da agitare contro i conflitti in ogni parte del mondo. e che questo sia il compito di un papa. Piuttosto ha offerto la sua disponibilità ad andare in Iraq, e gli sforzi sia personali che della sua diplomazia nei diversi teatri di guerra. Ha rafforzato la chiamata alla responsabilità di ogni uomo e di ogni Stato per la pace, ha chiesto di non considerare il fratello un nemico, e di cercare di sciogliere le tensioni guardandole in faccia, con giustizia e cercando il bene di tutti. Nel contrastare la guerra mondiale a pezzi papa Francesco ha rafforzato importanti legami con il mondo ebraico e ha tentato di stabilire con il mondo islamico un rapporto molto profondo, sul terreno specificamente religioso. Le religioni del Libro, soprattutto contro le guerre, dovrebbero riconoscere la sacralità della persona umana e agire di conseguenza. - - IL MAGNIFICAT. Dal 27 al 29 ottobre i Movimenti popolari di tutto il mondo si sono riuniti in Vaticano per confrontarsi su come non solo subire la povertà e le ingiustizie, ma piuttosto diventare protagonisti della lotta contro queste. Il Papa li ha incontrati e ha tenuto loro un discorso. C'erano esponenti da tutto il mondo, quel variegato mondo che va sotto il nome di "Social Forum" nato a Porto Alegre e intitolato a "Un altro mondo è possibile". Nonostante l'aggettivo a rischio di abuso, da qualsiasi parte lo si guardi l'incontro dei Movimenti è stato un avvenimento storico, che mette in luce come la provenienza latinoamericana del Papa apra prospettive importanti nella lotta alla povertà, nel rendere i poveri soggetto di trasformazione, nel riconoscere la validità delle diverse forze sociali. (giovanna.chirri@ansa.it)

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