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Renzi prepara misure crescita, in Cdm 29 anche la scuola

Renzi prepara misure crescita, in Cdm 29 anche la scuola

18 agosto 2014, 15:20

Redazione ANSA

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Le infrastrutture, la giustizia, la scuola. Tre segnali forti, in apertura della stagione più delicata, alla vigilia di battaglie cruciali in Europa e in Parlamento. L'appuntamento è il Consiglio dei ministri del 29 agosto. La tentazione di Matteo Renzi è portare sul tavolo del governo fin da subito la "sorpresa" sulla scuola annunciata per settembre. E aprire una grande consultazione tra cittadini e addetti ai lavori, mentre si cercherà il miliardo di euro di risorse da stanziare per l'educazione nella legge di stabilità.

L'idea sarebbe quella di portare in Cdm già il 29 agosto il piano per la scuola, per lanciare prima del via delle lezioni, seguendo il metodo già adottato sulle altre riforme, una consultazione tra insegnanti e cittadini, che potrebbe protrarsi, vista la complessità della materia, anche per due mesi. La proposta del governo potrebbe articolarsi su tre grandi capitoli: i programmi e le competenze, l'autonomia scolastica e i docenti. Non misure a costo zero, come è stato in alcuni degli anni passati, ma interventi coperti, con un segnale "politico" deciso, da un cospicuo stanziamento di risorse ("Mettiamo 1 miliardo", ha annunciato Renzi) nella legge di stabilità, che permetterebbero di varare anche un articolato piano assunzioni. "Il problema non sono quei 4000 che un lavoro ce l'hanno bensì i milioni che non ce l'hanno", ha detto martedì il premier, a chi gli ricordava che è aperta la questione dei 4000 insegnanti di quota 96 che non riescono ad andare in pensione.

Ed è sulla crescita la partita che si giocherà nell'autunno in Europa, a iniziare dal Consiglio straordinario del 30 agosto destinato a decidere gli equilibri tra partito del rigore e partito della flessibilità con le nomine al vertice delle istituzioni Ue. Poi l'Italia, a partire dall'Ecofin informale del 13 settembre a Milano, ingaggerà la sua battaglia per avere maggiori margini di flessibilità per le riforme. Nella convinzione di poter contare adesso non più solo sull'asse con la Francia, ma su una sensibilità maggiore anche a Berlino.

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