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Parolin: 'Politica cerchi convergenze su cose utili al Paese'

Parolin: 'Politica cerchi convergenze su cose utili al Paese'

Intervista al Tg1, "risposte concrete alle esigenze della gente"

ROMA, 01 settembre 2022, 20:15

Redazione ANSA

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Il card. Parolin in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il card. Parolin in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il card. Parolin in una foto di archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Credo che una delle soluzioni dei nostri problemi e dei problemi del mondo pur nella distinzione delle posizioni è cercare delle convergenze su quello che può essere veramente utile per il Paese". Il segretario di Stato vaticano card. Pietro Parolin, in un'intervista al Tg1, indica al prossimo Parlamento "le priorità di una buona politica, cioè di una politica che si metta a servizio del Paese e delle esigenze concrete del Paese. Ascoltiamo davvero quelle che sono le esigenze, e sono tante, della nostra gente e cerchiamo di dare delle risposte concrete, cercando di mettere insieme le forze".

"I cattolici, lo abbiamo già detto tante volte, devono tornare ad esprimere la loro posizione all'interno del dibattito politico: che parlino e che siano anche tenuti in considerazione perché io credo che i cattolici per la loro storia e per i contenuti delle loro proposte possono dare davvero delle risposte effettive ed efficaci ai problemi del Paese e anche a un certo modo di vivere la politica. Evidentemente quando si è all'interno di un partito bisogna accettarne anche la disciplina e le linee guida. Però credo che una posizione più autonoma e più profetica i cattolici potrebbero averla".  

"L'appello è che si eviti qualsiasi escalation - dice Parolin sulle preoccupazioni diffuse per una catastrofe nucleare a Zaporizhzhia -, sapendo a quali conseguenze si andrebbe incontro se ci fosse anche per sbaglio un passo falso. l'appello è sempre quello: alla saggezza, l'appello alla moderazione, alla ricerca di soluzioni pacifiche".  A proposito della delicata posizione della Chiesa sulla guerra in Ucraina, tra bisogno di invocare la pace e necessità di distinguere le responsabilità, Parolin dice di guardare all'attuale situazione "con estrema preoccupazione: sono già passati sei mesi da quando è iniziata questa guerra con tutto lo strascico di orrori". "Noi restiamo sempre disponibili - afferma -, nel senso di non chiudere la porta a nessuno, cercando di offrire a tutti quelli che sono implicati, ai protagonisti, la possibilità di trovare un terreno neutro nel quale incontrarsi e nel quale cercare una soluzione che sia, come diceva Giovanni Paolo I, 'giusta e completa'".

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