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Energia, appello dei partiti a Draghi: 'Agire subito sulle bollette'

Energia, appello dei partiti a Draghi: 'Agire subito sulle bollette'

Letta: 'Intervento improcrastinabile'. Salvini: 'Apriamo il Parlamento e fissiamo un testo ai costi'.

31 agosto 2022, 11:16

Redazione ANSA

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Bollette: Nomisma Energia, verso +17% luce e +27% gas - RIPRODUZIONE RISERVATA

Bollette: Nomisma Energia, verso +17% luce e +27% gas - RIPRODUZIONE RISERVATA
Bollette: Nomisma Energia, verso +17% luce e +27% gas - RIPRODUZIONE RISERVATA

Intervenire subito, e fino qui tutti d'accordo. Ma se il pressing su Mario Draghi per muoversi al più presto contro il caro-energia unisce tutti gli schieramenti, a dividere i partiti sono non solo le ricette da mettere in campo ma anche le modalità per trovare le risorse. A chi invoca un maxi-scostamento di bilancio come ai tempi della crisi Covid, Matteo Salvini in testa, Giorgia Meloni - in linea con quanto continua a predicare Palazzo Chigi - oppone un fermo no: agire in fretta va bene, perché le bollette sono "una priorità assoluta", ma, è l'altolà della leader di Fdi, niente nuovo debito. Non dovrebbe essere questa, comunque, la settimana clou. Intanto dovrebbe arrivare, via decreto ministeriale, la mini-proroga di altri 15 giorni, fino al 5 ottobre, dello sconto di 30 centesimi per benzina e diesel, in modo da scavallare il voto.

Matteo Salvini torna a sollecitare un intervento sul nodo energia. "Litighiamo su tutto, ma sulle bollette di luce e gas apriamo subito il Parlamento e mettiamo un tetto agli aumenti" e "basta copiare la Francia di Macron", perché "questa è un'altra guerra e i lavoratori rischiano di morire con le aziende chiuse", ha detto il segretario della Lega durante un incontro elettorale a Cammarata, nell'Agrigentino, ricordando che "questa è la proposta della Lega", ma che "da giorni Letta tace su questo".

Pronta a collaborare la presidente di Fdi Giorgia Meloni: "Ci troviamo in Parlamento lunedì e proviamo ad approvare delle norme che consentano ai cittadini di avere una situazione sostenibile". Contro il caro bollette fare "nuovo debito è l'ultima ratio, perché l'Italia è già indebitata fuori controllo. E visto che questi debiti li pagheranno i nostri figli penso che dobbiamo farci attenzione. Ma quella delle bollette è una priorità assoluta".

Da Forza Italia, Antonio Tajani dice sì allo scostamento di bilancio, ma solo "se la situazione dovesse precipitare".

"È improcrastinabile un intervento sia italiano che europeo per bloccare le bollette e fermare la speculazione in corso sull'energia prodotta da rinnovabili. Ne ho discusso stamani al distretto industriale della pelle di Arzignano in Veneto. Siamo pronti a sostenere l'intervento del governo", scrive il segretario del Pd, Enrico Letta su Twitter. I dem, attraverso le presidenti di senatori e deputati Simona Malpezzi e Debora Serracchiani, attaccano "le aziende che stanno rifiutando di versare la tassa sugli extraprofitti' perché 'mettono a rischio la tenuta economica e sociale del Paese'. Per questo, dice, il governo deve intervenire "al più presto con tutti gli strumenti a disposizione per recuperare quanto dovuto dalle aziende".

 

L'allarme delle imprese del Nord: la crisi pesa 40 miliardi
Le imprese non possono più attendere. Gli extra costi della crisi energetica ammontano a 40 miliardi e potrebbero avere un impatto devastante con "drammatiche ricadute economiche e sociali" per il Paese e il rischio di deindustrializzazione. A lanciare l'allarme sono i presidenti delle Confindustrie di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto, Annalisa Sassi, Francesco Buzzella, Marco Gay e Enrico Carraro. "Le imprese italiane hanno fatto miracoli - ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi - dalla pandemia alle materie prime ai costi energetici, ma ora sono arrivate ad un punto in cui fanno grande difficoltà" e lo dimostra la crescita "del 45% della Cig straordinaria". L'Italia - per il numero uno degli industriali - ha perso 10 anni sul fronte energetico, ma "è soprattutto mancata l'Europa".

 

Uno "sforzo straordinario" ai vari ministeri, per "cercare di ridurre al minimo sia l'arretrato sia soprattutto i provvedimenti del governo in carica, all'attuazione dei quali (a partire dalla legge di bilancio) si chiede di dare una specifica priorità nei prossimi due mesi". E' il messaggio arrivato ai capi di gabinetto nel corso della riunione a Palazzo Chigi con il sottosegretario Roberto Garofoli per fare il punto sull'attuazione del programma di governo. Tra gli obiettivi "una drastica riduzione dello stock della XVIII legislatura con un target complessivo di 121 provvedimenti a settembre e 122 provvedimenti ad ottobre".

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