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>>>ANSA/ Boris Johnson terremota il governo, ora è più rosa

>>>ANSA/ Boris Johnson terremota il governo, ora è più rosa

Raab perde Esteri ma diventa vice. Premier, Paese sarà più equo

LONDRA, 15 settembre 2021, 21:38

Redazione ANSA

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(Aggiorna e sostituisce servizio delle 19,29) (di Alessandro Logroscino) Terremoto nel governo Tory britannico di Boris Johnson, che ha giocato oggi la carta di un mega rimpasto per cercare di rilanciarsi di fronte alle nuove incognite sanitarie, economiche e sociali che il Regno Unito si appresta ad affrontare nei prossimi mesi. E ai segnali di affanno mostrati dagli ultimi sondaggi.
    L'operazione facce nuove (o seminuove) si è consumata più o meno nei tempi previsti dai media e in barba alle mezze smentite ufficiali di una settimana fa; ma in una dimensione ancor più ampia rispetto alle attese. Con non pochi siluramenti in tronco e la retrocessione di Dominic Raab dagli Esteri alla Giustizia (seppure compensata dall'ascesa da numero 2 de facto a vicepremier de jure della compagine, carica vacante da anni nel Paese). Oltre che con un rafforzamento delle quote rosa segnato - alla testa di due dicasteri chiave - dalla conferma della controversa Priti Patel all'Home Office (Interni) e dalla promozione di Liz Truss dal Commercio Internazionale al Foreign Office al posto di Raab: seconda donna a diventare capo della diplomazia di Sua Maestà in assoluto dopo l'effimera esperienza della laburista Margaret Becket fra il 2006 e il 2007 sotto Tony Blair.
    L'impostazione ideologica dell'esecutivo non appare destinata in effetti a cambiare granché in un Paese nel quale il Pil è tornato a crescere di buona lena, ma non senza ombre che vanno dalle incertezze sui piani invernali anti Covid all'impatto delle restrizioni revocate e della scommessa vaccinale sul già pesante bilancio di morti per pandemia, dalle polemiche sull'incremento delle tasse per finanziare sanità e welfare ai tagli del meccanismo assistenziale dell'Universal Credit. A testimoniarlo contribuisce proprio l'immagine delle due donne forti emergenti del team: Patel e Truss (a cui resta affidato pure il portafogli delle Pari Opportunità, annesso per la prima volta agli Esteri), entrambe in fama di falco e di storiche pretoriane della Brexit. Mentre Raab, brexiteer liberale, si dovrà accontentare della poltrona di vice, associata a quella di ministro della Giustizia e Lord Chancellor, dopo essere finito nell'occhio del ciclone per la gestione del ritiro dall'Afghanistan e per essere stato sorpreso dalla caduta di Kabul in mano ai Talebani mentre si trovava in vacanza al mare a Creta.
    Fra le altre caselle di rilievo, BoJo ha mantenuto forse obtorto collo nel ruolo di cancelliere dello Scacchiere, con ampi poteri sul Tesoro, sulle Finanze e sui cordoni della borsa del governo, il 40enne rampante Rishi Sunak (d'origine indiana proprio come Patel in un collettivo che rimane a forte impronta multietnica): una figura gradita all'establishment e che qualcuno ritiene possa provare prima o poi a fargli le scarpe al numero 10 di Downing Street. Mentre ha fatto cadere le testa di Gavin Williamson, rimosso dal vertice dell'Istruzione dopo le tante critiche ricevute su scuola e pandemia e sostituito da Nadhim Zahawi (radici curdo-irachene), promosso per aver coordinato con grande successo la campagna sui vaccini da viceministro ad hoc. Fuori pure il moderato Robert Buckland, caduto alla Giustizia per risultati giudicati insufficienti sulla riforma carceraria; e il chiacchierato Robert Jenrick, sfiorato da qualche scandalo come ministro delle Aree Urbane e degli Enti Locali, pure centrale sul fronte dell'emergenza Covid.
    Ad ereditare le competenze di Jenrick sarà Michael Gove, dottor sottile delle parrocchia Tory e coprotagonista con Johnson della campagna referendaria per il divorzio dall'Ue del 2016, la cui stella torna a brillare dopo il tradimento inflitto allo stesso Boris 5 anni fa e la mezza pace successiva. Per il resto vanno segnalate le conferme di Sajid Javid alla Sanità, di Ben Wallace alla Difesa, di Jacob Rees-Mogg a Leader of the House ai Comuni, di Suella Braverman come Attorney General e il salto d'un altro brexiteer doc, Steve Barclay, da numero due del Tesoro a cancelliere del Ducato di Lancaster e ministro dell'Ufficio di Gabinetto. Nonché l'ascesa ancora di due donne, Anne-Marie Trevelyan, che rimpiazza Truss al Commercio Estero, e Nadine Dorries, reduce come Johnson da un drammatico contagio Covid nella primavera del 2020, proiettata da sottosegretaria alla Sanità a ministra della Cultura, dei Media e dello Sport al posto di Oliver Dowden (che va alla presidenza del Partito Conservatore).
    La squadra "che ho nominato oggi - ha proclamato il premier su Twitter a pratica conclusa - lavorerà senza risparmio per unire e rendere più equo il Paese. Vogliamo ricostruirlo in meglio dopo la pandemia e attuare le nostre priorità. Ora tutti all'opera".
   

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