Per il presidente della Repubblica
Sergio Mattarela, "l'attività depistatoria di una parte di
strutture dello Stato è stata, quindi, doppiamente colpevole".
Secondo il capo dello Stato, fu "un cinico disegno, nutrito di
collegamenti internazionali e reti eversive, mirante a
destabilizzare la giovane democrazia italiana, a vent'anni
dall'entrata in vigore della sua Costituzione. Disegno che venne
sconfitto".
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