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L'inchiesta delle spese pazze in Liguria

L'inchiesta delle spese pazze in Liguria

Accusa è peculato e falso, procura ha chiesto 3 anni e 4 mesi

GENOVA, 30 maggio 2019, 13:12

di Laura Nicastro

ANSACheck

Spese pazze,la vicenda - RIPRODUZIONE RISERVATA

Spese pazze,la vicenda - RIPRODUZIONE RISERVATA
Spese pazze,la vicenda - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nell'inchiesta delle cosiddette spese pazze in regione Liguria  il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi e' imputato per peculato e falso insieme ad altre 21 persone. Il procuratore aggiunto Francesco Pinto aveva chiesto la condanna per Rixi a tre anni e quattro mesi. Sollecitate condanne anche per altri 18 imputati, tra ex e attuali consiglieri regionali, e l'assoluzione per altri tre.

Per l'accusa, i consiglieri regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, gratta e vinci, ostriche, fiori e spese per oggetti vari. In alcuni casi, sempre secondo l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative molto spesso si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l'accusa 'sospetti' per svolgere attività istituzionale. Nel complesso viene contestato un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro.

A gennaio, alcuni difensori degli imputati avevano chiesto, in via subordinata all'assoluzione, la riformulazione del reato, da peculato a indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici, a seguito della entrata in vigore della nuova legge sul peculato.

Rixi deve rispondere di cinque capi di imputazione, due dei quali in concorso con gli ex consiglieri regionali Francesco Bruzzone (oggi senatore della Lega) e Renato Torterolo. Quest' ultimo ha patteggiato la condanna a due anni.

Secondo la procura il viceministro, che all'epoca era capogruppo della Lega in Regione, avrebbe approvato i rendiconti delle spese senza verificare se fossero attinenti al ruolo di consigliere. Tra le spese contestate anche rimborsi di viaggi sostenuti da collaboratori ma le cui pezze giustificative erano a nome dei consiglieri. 
   

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